SULLE STRADE D’ISLANDA: L’ISOLA DOVE LA NATURA DETTA I SUOI COMANDAMENTI ALL’UOMO

– “Ma vai in Islanda? ma cosa ci vai a fare che
non ci sarà nulla!”

– Io, con tutta la calma, rispondevo: “APPUNTO!”

La verità è che Proprio quel “nulla”, per chi lo riesce a cogliere nella sua essenza entra dentro e non ti lascia più. Quella sensazione di essere così impotente di fronte alla natura è ciò che affascina e attira maggiormente gli affamati di libertà e di conseguenza ritrovano in questa terra così diversa la personificazione di questo stato mentale. Non è un caso che qui si concentri un gran numero di sognatori, scrittori, artisti e musicisti la cui creatività si nutre dell’ambiente circostante.

QUALE META MIGLIORE PER INIZIARE A REALIZZARE I MIEI SOGNI NEL CASSETTO?

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Ecco visitare quest’isola on the road, era una delle esperienze che avevo in mente di fare e che avevo in cima alla mia lista dei sogni da realizzare durante la mia vita (che si può trovare a questo link). Durante la primavera dell’anno appena passato decisi di organizzarmi con un mio amico di Università  per affrontare un viaggio non comune e piuttosto insolito rispetto ai normali flussi turistici a cui eravamo stati abituati fino ad allora. Confrontando siti internet, forum, libri e video di ogni genere, delineammo a grandi linee il nostro viaggio che non mancherò di descrivervi nel dettaglio nei prossimi articoli.

Durante la fase di preparazione lessi parecchio materiale sulla storia, simbologia e cultura vichinga con cui ci saremmo imbattuti durante il viaggio. Soprattutto mi affascinò il significato che si celava dietro questo simbolo Islandese in foto, che più volte abbiamo visto lungo il percorso durante il nostro soggiorno: il VEGVISIR.

l Vegvísir (islandese ‘cartello’) è un  pentagramma magico islandese che ha lo scopo di aiutare il portatore a trovare la propria  strada attraverso il tempo del proprio percorso o della propria vita. Il simbolo è attestato nel manoscritto Huld, travato in Islanda da Geir Vigfusson nel 1880.
Un foglio del manoscritto fornisce un’immagine del Vegvísir, il nome, e in prosa, recita: “if this sign is carried, one will never lose one’s way in storms or bad weather, even when the way is not known” ,(TRADUZIONE), “se questo segno è portato con sé, una persona non perderà mai la strada nella tempesta o nel cattivo tempo, anche se non conosce la strada”.

Con 2500 chilometri in dieci giorni percorsi in auto e centinaia percorsi a piedi alle spalle, nove località in cui abbiamo pernottato, decine di cascate, canyon e parchi naturali, questo viaggio fu un concentrato di emozioni ed esperienze fortissime e questo significato piano piano prendeva forma su di noi, tant’è restai così scosso positivamente da questo viaggio, che una volta tornato da questa splendida esperienza decisi che mi sarei tatuato il simbolo islandese descritto in precedenza, il cui significato mi sembrava cucito addosso per il periodo personale che stavo attraversando e che mi avrebbe accompagnato per sempre lungo il mio percorso di vita.  Abbiamo visto mutare il paesaggio una quantità innumerevole di volte, passando dalle spiagge nere vulcaniche del sud ovest, ai ghiacciai e vulcani del sud passando attraverso steppe sconfinate e cascate di lava sparse ritrovate in diversi punti dell’isola, senza dimenticare le zone lunari dell’est fino ad arrivare alla zona geotermica di Myvatn, che oserei definire extraterrestre.

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E che dire poi dei bellissimi fiordi e i paesini portuali del nord dove spiccava un verde smeraldo nel quale si incastonavano cascate di acqua purissima dal colore bianco, arrivando persino a pochi chilometri dal circolo polare artico nella penisola di Tjornes. Infine come dimenticare la tempesta di emozioni provate vedendo dal vivo le balene e le foche nel loro habitat naturale, qualcosa di indescrivibile a parole. Tutto questo lo abbiamo vissuto seguendo principalmente la statale n.1 chiamata Hringvegur (o Ring Road), l’anello d’asfalto che circumnaviga l’isola senza dimenticare alcune deviazioni che ci hanno concesso di addentrarci nella natura selvaggia. L’Islanda, il paese in cui persino il cielo sembra diverso, così limpido nelle giornate di sole e così curvilineo essendo vicinissimi al circolo polare artico che sembrava di essere all’interno di un’altra dimensione, come se fossimo dentro ad una Gopro.  È un viaggio per chi vuole riconnettersi con la natura nella maniera più autentica che fondamentalmente era quello che andavamo cercando, ritrovare gli stimoli persi immergendoci totalmente in un luogo non troppo lontano fisicamente ma lontanissimo da quello che noi siamo abituati a concepire.

Sul volo di ritorno per Verona mi tornò in mente una frase che lessi in uno dei blog di viaggio consultati nei mesi antecedenti alla partenza ovvero :

“Il mondo ha bisogno di sognatori e i sognatori hanno bisogno dell’Islanda”.

Nella sua semplicità è una frase molto vera, che va dritta al punto. Ora che l’Islanda l’ho girata in lungo e in largo posso dire che quest’isola è di chi la sa capire nei suoi lati più nascosti e controversi, così come lo sono i sognatori, persone difficili da comprendere, ma che in tutte le loro sfaccettature restano le persone più semplici e più vere.

Avete sentito parlare del mal d’Africa no? Quella sensazione di nostalgia e voglia di tornare in quei luoghi che pervade coloro che hanno vissuto il continente nero.

Ecco io invece sono stato vittima del mal d’Islanda, tant’è che non vedo l’ora di tornarci almeno una seconda volta per riuscire a vedere l’aurora boreale che ovviamente non è stato possibile vedere in pieno luglio.

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L’Islanda è  un luogo dove le regole del rapporto tra uomo e natura si ribaltano, è la natura a dettare legge e l’uomo deve solo sottostare alle sue regole ed imparare a rispettarla se non si vuole incorrere nella sua ira. L’uomo altro non può fare che adattarsi ai capricci di una terra che tra tempeste, eruzioni vulcaniche, tormente, alluvioni glaciali e terremoti ha sempre imposto il suo volere. Credo che uno dei più grandi insegnamenti che si possano trarre da un viaggio in Islanda sia che la natura  necessita  il rispetto e la massima considerazione che si destina alle cose più preziose, solo così si può cogliere nella potenza delle cascate, nella forza del vento, nell’assordante silenzio del ghiaccio e nel turbolento gorgoglio del fuoco una serie di lezioni di vita dal valore inestimabile, come la presa di coscienza che l’uomo sulla terra è un ospite privilegiato e non il padrone di casa, che  in una società così frenetica ed automatizzata dove i numeri contano più delle emozioni ci insegna tutto tranne quello di cui abbiamo veramente bisogno  e lo si può imparare dalle piccole cose come guardando semplicemente l’acqua che scorre.

Ciò che si può trovare quassù non si può descrivere né con le foto né con le parole ma semplicemente con gli occhi dell’anima e con l’infinita sete di meraviglia.

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Nei prossimi articoli continuerò il capitolo ISLANDA descrivendovi nel dettaglio ogni aspetto del nostro viaggio, cosa abbiamo visitato e cosa riteniamo imperdibile.
Vi aspetto sul mio blog Meneviaggio !


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Pubblicato da Nicola Zanoni (MENEVIAGGIO)

Sono Nicola, vengo da Verona e ho una viscerale passione per i viaggi. Sarò felice di raccontarvi le mie esperienze ed emozioni vissute durante i miei viaggi attorno al mondo. Vi aspetto su questo blog e sulla mia pagina Facebook e Instagram : Meneviaggio. A presto!

5 pensieri riguardo “SULLE STRADE D’ISLANDA: L’ISOLA DOVE LA NATURA DETTA I SUOI COMANDAMENTI ALL’UOMO

      1. Sì, certo. Mi stupisce più che altro che qualcuno chieda cosa c’è da vedere in Islanda. A parte che impegnandosi si trova qualcosa da vedere ovunque, non mi sembra che l’Islanda sia questo luogo sconosciuto privo di attrattive…

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